Zoom su: i biocarburanti
Oltre 500 partecipanti provenienti da ben 37 Paesi nel mondo si sono ritrovati, nell'appena trascorso mese di ottobre 2011, a Verona, in occasione del XIX° Isaf International Symposium on alcohol fuel - Simposio mondiale sui biofuel, per una cinque giorni di attività di approfondimento. Fil rouge dell'evento il concetto di una sostenibilità importante non soltanto in un'ottica ambientalista, ma vista come chiave economica, come driver nell'ambito occupazionale e come motore per la sperimentazione, proprio alla maniera statunitense. Negli Stati Uniti, infatti, la diffusione del biofuel ha registrato un incremento non soltanto in considerazione della sua valenza sostenibile, ma anche grazie al miglioramento di ulteriori fattori, primo fra tutti l'aumento della diversificazione degli approvvigionamenti energetici, e ad una azione culturale volta ad accrescere la consapevolezza della valenza e delle finalità economiche, produttive ed occupazionali dei biocarburanti.
Dagli States, torniamo ora a Verona e all'edizione 2011 dell'Isaf International Symposium on alcohol fuel, nell'ambito del quale si sono imposti all'attenzione i progetti di un aeroporto sostenibile e di un aereo alimentato ad alcool, e che ha visto la nostra nazione configurarsi come uno dei Paesi maggiormente innovativi, in quanto produttore di tecnologie all'avanguardia. L'Italia spinge attualmente l'acceleratore sui biocarburanti - stando a quanto riportato da EurObserv'Er il nostro Paese è passato da una vendita di biocarburanti di 1,7 milioni tonnellate nel 2009 a 13,9 milioni nel luglio 2011 - allo scopo di allinearsi con altri Paesi europei maggiormente green oriented: diversi Stati dell'Unione, tra cui Polonia, Spagna, Bulgaria, Gran Bretagna e Danimarca, infatti, in considerazione delle direttive 28 e 29 del 2009, hanno incrementato le quote di miscelazione dei biocarburanti, così come nella intera Unione aumenta il consumo di questi prodotti dall'anima agricola. Grazie alla loro origine naturale, infatti, i carburanti bio, in grado di rimpiazzare efficacemente benzina e diesel, possono essere agevolmente smaltiti in quanto ecosostenibili, e la loro utilizzazione comporta inevitabilmente un abbattimento del tasso di emissioni e una diminuzione delle importazioni petrolifere.
La politica comunitaria ha disposto, nella promozione dell'uso di biocarburanti, delle verifiche di effettiva sostenibilità degli stessi e stabilito dei criteri per la loro certificazione, in modo da garantire, nella trasparenza, la sostenibilità a tutta la catena di produzione e di approvvigionamento. In primis, ad esempio, non risultano accettabili biocarburanti prodotti in aree forestali e successivamente convertite in terreni agricoli, né quelli prodotti generando un tasso di emissioni non inferiore almeno del 35% rispetto a quello generato per la produzione di combustibili fossili tradizionali. I biocarburanti che risulteranno idonei secondo i criteri comunitari verranno utilizzati nell'Unione, appunto impegnata ad incrementare, entro il 2020, la quota di energie rinnovabili utilizzate nel settore trasporti di almeno il 10%.
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