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Washington, tempio della politica

800.000 le persone che, annualmente, scelgono di visitare questo edificio realizzato nell'arco di 40 anni

Afroamericani, caucasici ed asiatici (la maggior parte dei quali concentrati nelle varie Chinatown) popolano - regalandole varietà etnica e culturale - una delle leggendarie metropoli statunitensi: la capitale Washington. Collocata a sud della Grande Mela, tra Maryland e Virginia, questa città strutturalmente plasmata sul modello di Versailles è il regno degli uffici e delle istituzioni politiche e governative, e calamita costantemente folle di turisti in viaggio provenienti da ogni angolo del pianeta in visita alla capitale degli Stati Uniti.

Tra gli edifici maggiormente attrattivi citiamo la mitica Casa Bianca, da oltre due secoli - e precisamente dal 1° novembre 1800, data di insediamento di John Adams - residenza ufficiale del presidente statunitense. Questo edificio, posto nella Pennsylvania Avenue, è stato modificato più volte nel corso del tempo: innanzitutto, venne realizzato su progetto scelto nell'ambito di un concorso indetto da Thomas Jefferson, al quale anche lo stesso ideatore partecipò, proponendo una propria particolare soluzione architettonica. A scegliere il progetto definitivo, George Washington, il quale optò per la proposta di un architetto irlandese residente nella Carolina del Sud, James Hoban - l'ideatore degli ormai iconici saloni ovali! Che, probabilmente, si ispira, per la facciata principale, a quella della Leinster House di Dublino; per quella a sud, invece, il riferimento è evidentemente il porticato del castello francese di Rastignac: ad importare questo modulo costruttivo fu Thomas Jefferson, durante un soggiorno in terra di Francia. Questo presidente lasciò anche altre firme nella White House, disponendo l'allestimento di serre e di gabbie per gli orsi bianchi donati dagli esploratori, ed accontentando sua moglie, che volle esclusivamente pezzi di arredamento francese. George Washington, invece, volle che fossero aggiunti elementi decorativi ed un ambiente per i ricevimenti, la 'East Room'. Arthur, ancora, predispose una ristrutturazione totale, mentre Roosvelt ordinò che fossero ammodernati i pavimenti... Da qui, teletrasportiamoci direttamente ai giorni nostri: una delle ultimissime modifiche realizzate - voluta da Michelle Obama - consiste nella collocazione, ai piedi della residenza, di un farmers market che promuova e valorizzi i prodotti contadini. Lo stile inglese e l'eleganza discreta della White House, inoltre, sono il frutto della ricostruzione che il presidente Truman fece realizzare negli anni Quaranta, per ripristinare il fascino classicheggiante degli inizi, in scia al Palladio... Grandi numeri, dunque, per la Casa Bianca, ed anche nel senso letterale del termine: 132, infatti, sono le sue stanze; 7 sono gli ettari del parco che la abbraccia con il suo verde, le sue magnolie e i suoi roseti; quasi 30 sono i camini interni... La residenza, infine, non si fa mancare un campo da tennis, una pista da bowling e da jogging, una piscina e un cinema.

Inaugurato nel medesimo anno che ha tenuto a battesimo la White House - il 1800 - è, poi, il Capitol, protagonista assoluto sul rilievo collinare di Jenkins Hill, poi chiamato 'Capitol Hill' (denominazione che gli abitanti del luogo compattano in 'Hill'), posto, secondo quanto progettato dall'architetto L'Enfant, nel punto di congiunzione delle quattro aree in cui è suddivisibile la metropoli.

Il 1793 è l'anno in cui venne posta la prima pietra di questo splendido esemplare architettonico, che trova i suoi maggiori punti di forza, all'esterno, nella scalinata, nel porticato dallo stile inequivocabilmente neoclassico e nella candida cupola marmorea del peso di 4000 tonnellate e dalla doppia struttura - realizzata sul modello della cupola de l'Hotel des Invalides di Paris - sormontata da una statua della libertà bronzea che, originariamente, era denominata 'La Libertà Trionfante in Guerra e in Pace'.

All'interno del Capitol, poi, citiamo l'ambiente de 'La Rotunda', con i suoi straordinari soffitti che si innalzano fino ai 50 metri, e con le pitture a soggetto storico. Da notare, poi, la componente italiana dell'edificio: diversi artisti del nostro Paese, infatti, in riprese successive si recarono a Washington, convocati da Thomas Jefferson, per imprimere il loro talento nell'edificio, dipingendo e scolpendo... Oltre alle creazioni andate perdute e distrutte, molte sopravvissero: tra tutte citiamo i 'Tabacco capitals' di Francesco Iardella, il 'Carro della Storia' di Carlo Franzoni, i chiaroscuri realizzati nella Hall of the House of Representatives da Pietro Bonanni. Non solo made in Italy, comunque, sono le numerose opere contenute negli spazi del Capitol, che quindi si configura, oltre che come simbolo della democrazia americana, anche come una splendida teca di arte internazionale: pensiamo, ad esempio, alle creazioni di Charles Ayer Whipple, di Allyn Cox, di John Trumbull... Una segnalazione specifica, infine, la meritano le prestigiose sculture annoverate nella National Statuary Hall Collection.

Lasciamo ora il Campidoglio: Washington ha ancora moltissimi monumenti da scoprire, dedicati ai protagonisti della sua storia politica - in alcuni casi può trattarsi di figure (come Andrew Jackson, ricordato nell'omonimo Andrew Jackson Monument) non particolarmente popolari ed emblematiche; in altri, invece, si tratta di edifici intitolati e dedicati a personaggi che hanno scritto pagine cardine della storia americana: è il caso, certamente, del Lincoln Memorial, che custodisce manoscritti originali del presidente. Avvolto dallo stile dorico delle 36 colonne, rappresentative dei vari Stati dell'Unione, che lo circondano, questo monumento ricalca, nella forma, i templi della grecità, e si trova raffigurato sulle monete. Anima del Lincoln Memorial la statua del grande Abraham, caratterizzata da un piglio particolarmente austero.

Dedicato al primo e grande presidente George, nominato 'Pater Patriae', invece, è il Washington Monument: con il suo altissimo obelisco di 170 metri in granito, marmo ed arenaria, ha detenuto il primato di monumento più alto del mondo fino all'avvento della nuova altissima regina, la Tour Eiffel...

800.000 le persone che, annualmente, scelgono di visitare questo edificio realizzato nell'arco di 40 anni - dal 1848 al 1888 - con una straordinaria partecipazione sociale: i cittadini, infatti, riuniti nella 'Washington National Monument Society', si attivarono in raccolte fondi e bandirono una competizione per individuare il progettista, che fu poi Robert Mills. Diversi gli stop che caratterizzarono l'edificazione del grande obelisco i cui indici di gradimento si impennarono considerevolmente in seguito alla Guerra Civile: nella percezione dei cittadini, infatti, questo obelisco divenne la resa materica della unione e coesione del Paese. Venne indetto, a questo punto, un ulteriore concorso finalizzato all'individuazione di una nuova riprogettazione; le successive scelte architettoniche furono a favore di moduli egizi e disposero un rafforzamento delle fondamenta. Una curiosità: sulla sommità dell'obelisco venne posta una terminazione in alluminio fuso che, in considerazione della difficoltà di reperimento, all'epoca, di tale metallo, risultava essere di grande pregio. La bellezza imponente del Washington Monument, infine, viene tutelata dal 1910 tramite apposito decreto che vieta la costruzione di grattacieli vicini.

Su ispirazione del Pantheon romano, invece, è il Thomas Jefferson Memorial, progettato negli anni Quaranta in stile neoclassico nel rispetto delle preferenze del presidente, deciso estimatore dei dettami classici. Il monumento, dal punto di vista strutturale, riproduce il modulo di un podio a gradoni circolari ed è caratterizzato, inoltre, da colonne in stile ionico e dalla presenza di una immancabile cupola.

Frutto del talento di John Russell Pope, questo monumento marmoreo - in particolare, segnaliamo che per le colonne si utilizzò marmo del Vermont e, per gli interni, quello rosa del Tennessee - fu desiderato dal presidente Roosevelt e fu da subito ed aspramente criticato, in quanto esemplare di Beaux-Arts, dagli amanti di stili moderni.

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