Storia del motomondiale
Valentino Rossi, Jorge Lorenzo, Daniel Pedrosa, Colin Edwards: sono alcuni dei purosangue del motociclismo, protagonisti sui leggendari circuiti di Daytona, Le Mans, Catalunya e Indianapolis nell'ambito di un evento sportivo e, insieme, di costume, che accelera i battiti di numerosi cuori in tutto il pianeta: il 'motomondiale'. Il suo merchandising - sempre, assolutamente!, supertrendy - a base di adesivi, t-shirt, orologi, linee fashion streetwear, game per playstation e gadget di ogni tipo racconta ed indentifica il popolo di afecionados della mitica competizione a due ruote, articolata in Gran Premi.
La somma dei punti totalizzati dai piloti durante le appassionanti tre giorni che compongono, appunto, i diversi GP - tra warm up, prove ufficiali di qualificazione e competizioni vere e proprie - decreta a quale centauro spetteranno onori ed allori, ed anche quale team si accaparrerà l'ambito titolo costruttori. Un titolo quanto mai significativo, considerando che i prototipi utilizzati nelle competizioni, oltre a rappresentare un driver fondamentale per lo sviluppo tecnologico, determinano l'andamento del mercato. Pensiamo, ad esempio, al destino dei modelli a due tempi, che hanno ceduto il passo alle moto a quattro tempi, e che, in base a quanto stabilito dalle politiche ambientaliste dell'Unione europea, a partire dal 2012 saranno vietati in gara, essendo risultati eccessivamente inquinanti.
Un universo ampio ed affascinante, dunque, quello del 'motomondiale', anche relativamente alla sua biografia, al suo nutrito albo d'oro, ai suoi pittoreschi inizi... Le radici di questa competizione affondano nel 1949, quando si disputa, validato come Gran Premio di Bretagna, il 'Tourist Trophy'. Questa gara, tuttora cult per gli amanti delle due ruote, si svolge dal 1907 nell'incanto dell'isola di Man, lungo un percorso che, a causa delle sue 200 curve e dei numerosi ostacoli rappresentati dagli elementi architettonici, risulta molto difficile e pericoloso.
La prima edizione del campionato mondiale, che si snoda anche lungo percorsi svizzeri, italiani, belgi e irlandesi, registra la vittoria di Nello Pagani, nella categoria 125, e di Bruno Ruffo, nella categoria 250.
Milanese, il primo, noto per la sua guida elegante e per la sua longevità come atleta - debutta, infatti, negli anni Venti, per correre fino al 1967, anno in cui trionfa nel Giro d'Italia - e veneto il secondo, tre volte vincitore del titolo mondiale, gettano, nel mondo delle moto, le basi di un predominio tuttora incontrastato: quello italiano. Case produttrici il cui standard è l'eccellenza - Ducati, Gilera, Guzzi... - e poi una serie imbattuta di vittorie e pole position guadagnate, ma anche una solida tradizione motociclistica, coltivata da club e federazioni, e, dulcis in fundo, piloti straordinari, tra i quali brilla il fenomeno Valentino Rossi: tutto questo ha contribuito a scrivere la leggenda del motociclismo nella nostra nazione...
La magia delle competizioni più antiche che vantano la presenza della due ruote - la Parigi-Bordeaux del 1895, nella quale debuttano i primi prototipi di motocicletta, firmati dal francese Millet e dai tedeschi Wolfmiiller e Hildebrant; la competizione inglese, datata 1897, che registra la vittoria di un modello Fournier, e, nel medesimo anno, il campionato femminile di Longchamps, nel quale trionfa Léa Lemoine; le celebri ed acclamatissime Parigi-Viennna e Parigi-Madrid, di inizio Novecento... - ancora perfettamente intatta, avvolge le competizioni del 'motomondiale', che, tra tecnologia e tradizione, continua a stregare sempre nuovi tifosi in giro per il mondo...
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