Sicurezza dei prodotti elettrici ed elettronici: le nuove norme
Il 20 luglio scorso è entrata in vigore nell'Unione europea la nuova regolamentazione finalizzata ad aumentare, abbattendo il tasso di sostanze pericolose rilasciate nell'ambiente, il livello di sicurezza di una vasta gamma di prodotti elettrici, così da tutelare maggiormente sia la salute del pianeta che quella dei consumatori. 18 i mesi previsti per l'applicazione, da parte degli Stati membri, delle nuove norme frutto dei circa tre anni di revisione della precedente direttiva 2002/95/CE, ovvero RoHS, in essere dal 2003 e volta a stabilire limiti per l'uso di sostanze pericolose e tossiche (tra cui piombo, mercurio, cromo esavalente...) nella realizzazione di apparecchi elettronici e di consumo, ed elettrodomestici. La nuova normativa amplia decisamente l'ambito di applicazione dei divieti e delle limitazioni, estendendolo a tutti i dispositivi elettrici ed elettronici, ai cavi e ai pezzi di ricambio, con l'unica esclusione dei pannelli fotovoltaici - tale deroga è stata prevista in modo da consentire il raggiungimento degli obiettivi comunitari di efficienza energetica già stabiliti.
La nuova normativa, che si prefigge di raggiungere la totale conformità entro l'anno 2019 con un tempo di transizione fino a otto anni per i nuovi prodotti, ha programmato, entro il 2014, un primo check di tutte le sostanze, da ripetersi periodicamente. Grande attenzione, poi, per garantire una univocità terminologica delle funzioni importanti ma anche una fluidità di passaggio dalla RoHS alle nuove norme, in particolare relativamente al vademecum utilizzato dai fabbricanti. Ulteriore punto chiave l'allineamento al Reach, ovvero il sistema europeo di valutazione ed autorizzazione delle sostanze chimiche mirato non solo alla tutela dell'ambiente ma anche alla valorizzazione dell'industria chimica, ed integrato dal regolamento CE n.1272/2008, relativo alla classificazione, etichettatura ed imballaggio delle sostanze e delle miscele. Il Reach obbliga le imprese produttrici a verificare e monitorare, in caso di sostanze prodotte o importate per quantitativi eccedenti la tonnellata - escludendo materiali radioattivi, o in temporaneo deposito doganale, oppure rifiuti... - gli eventuali rischi derivanti dal loro uso, ed a registrarle in una banca dati centrale di competenza dell'Agenzia europea delle sostanze chimiche. La registrazione, conditio sine qua non per la commercializzazione, consterà di un numero di informazioni variabile del rischio riscontrato, comprendenti la composizione, le misure da adottare per un uso e un trasporto in sicurezza, e tutti i dati rilevanti di natura tossicologica ed ecologica. All'Agenzia il compito di valutare e la facoltà di sottoporre all'attenzione della Commissione, ove lo reputi necessario, il caso di sostanze molto problematiche (come quelle cancerogene, mutagene e tossiche, o come i bioaccumulanti e i perturbatori endocrini) e per cui non si riscontra la possibilità di utilizzazioni alternative. Ultimo punto fondamentale della nuova normativa, infine, la semplificazione delle regole e procedure previste per la concessione di deroghe a una sostanza vietata.
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