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Biodiversità ne gli ambiti di azione di numerosi Paesi del mondo già dai primi anni Novanta

È in programma a Roma, dal 19 al 23 maggio, la 'Settimana della Biodiversità' - una serie di tavole rotonde, festival, esposizioni fotografiche, concerti e workshop con la partecipazione di accademici, autori ed artisti - finalizzata a svolgere un'operazione di sensibilizzazione sul tema della biodiversità e sul suo ruolo chiave nella gestione di macrorealtà come la salute pubblica e la malnutrizione nel mondo. Questo multievento romano si inserisce all'interno di un fitto calendario di appuntamenti fissati per il 2010, proclamato dall'ONU anno della biodiversità, ed apertisi l'11 gennaio scorso a Berlino. A promuoverli, diverse campagne di comunicazione tra cui spicca, frutto della collaborazione di partner internazionali e pensata per coinvolgere il grande pubblico, 'Diversity for life'. Dietro le sue quinte, in primis 'Bioversity International', protagonista assoluta mondiale tra le organizzazioni attive nella ricerca per la tutela della biodiversità; a dare un contributo significativo, poi, anche i giganti tra i social network: Facebook, Twitter e Flickr, che appoggiano fattivamente la causa.

In questo momento, dunque, gode certamente di maggior visibilità, ma il tema della biodiversità entra tra gli ambiti di azione di numerosi Paesi del mondo già dai primi anni Novanta: più precisamente, nel 1992, quando a Nairobi viene adottata la 'Convenzione sulla diversità biologica', poi ratificata da 192 Paesi - in particolare, la nostra nazione ha aderito nel 1994, con la legge 124.

Tutelare la diversità biologica, avvalersene in modo da preservarne la durabilità e ripartire equamente i suoi benefici e vantaggi: questi i macro-obiettivi della Convenzione, attiva nella promozione e diffusione della cultura della biodiversità. Che, lungi dal rappresentare una categoria concettuale significativa per botanici e biologi, costituisce una realtà fortemente e direttamente impattante sulla vita delle persone, anche nei dettagli: è in virtù di questa coesistenza equilibrata ed interazione dinamica tra differenti specie animali e vegetali chiamata biodiversità, ad esempio, che può sussistere la varietà di colture, e che si diversificano i sapori dei prodotti agricoli.

Ad incidere sull'evoluzione biologica che interessa le forme di vita del pianeta, il comportamento dell'uomo, risultato fino ad ora molto dannoso relativamente alla biodiversity: consideriamo, in primo luogo, come azioni anti-ecologiche volte allo sfruttamento selvaggio delle risorse alterino l'equilibrio degli ecosistemi, inficiandone la armonica organizzazione. La perdita di varietà di specie, inoltre, rende l'ambiente intrinsecamente fragile, non in grado di recuperare in caso di eventi accidentali e disastrosi (inondazioni, siccità, uragani...), né di ripristinare autonomamente il proprio equilibrio. Conseguenze negative, poi, anche in ambito economico, in quanto l'impoverimento delle risorse limita necessariamente il ventaglio di possibilità delle loro applicazioni ed utilizzazioni, e culturale, con perdita dei patrimoni conoscitivi e tradizionali inerenti...

In questa cornice di consapevolezze trova significato un 2010 focalizzato sulla tutela della biodiversità in quanto mezzo primario ed imprescindibile sia per la salvaguardia del pianeta che per il raggiungimento di una buona qualità della vita. A questo proposito, l'Agenzia europea per l'ambiente ha ufficializzato e sottolineato il mancato raggiungimento, da parte dei Paesi dell'Unione, degli obiettivi fissati nel 'Sebi 2010'; prossimo bilancio previsto per ottobre, nella città giapponese di Nagoya: in occasione della decima Conferenza delle Parti verrà verificata l'attuazione di quanto stabilito dalla 'Convenzione sulla diversità biologica'.

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