Alla scoperta della Bretagna
La Bretagna affascina da sempre artisti e curiosi. Infatti, già nella seconda metà dell'Ottocento un gruppo di giovani pittori si trasferì a Pont-aven, nel Finistère, estremo lembo della Cornovaglia francese. Tra loro c'erano Paul Gauguin, Paul Sérusier ed Émile Bernard, che venivano qui per rubare alla terra e al mare tinte, umori e atmosfere. Con gli artisti della scuola di Pont- aven, antesignani dell'art Nouveau, i colori scoppiano dentro ai quadri come non si era mai visto: densi, pieni, violenti. Volevano sembrare rozzi, ma erano colti e snob. Geniali. Quella stessa forza si ritrova oggi nei paesaggi: autentici, forti, suggestivi. I bretoni non si sono mai lasciati avvilire dall'avversità degli elementi, primo tra tutti l'atlantico. Quello stesso oceano che lambisce il porticciolo di Pont-aven con le sue case di granito e le strade selciate del Seicento.
La malìa del villaggio di pescatori caratterizza la fortificata Concarneau, detta anche la città azzurra, celebre per il suo patrimonio storico. Qui la prima fabbrica di pesce aprì nel 1851 e cinquant'anni dopo arrivarono a trenta. Oggi i diorami e i modellini del Musée de la Peche descrivono le attività marinare del borgo.
Città storiche e atmosfere marine
Lasciata Concarneau s'imbocca la strada per Quimper altra città storica da poco ristrutturata. Se la zona medievale di fronte alla secolare cattedrale St. Corentin è una delle più belle impreziosita dalle case a colombage (intelaiature in legno a vista), nei pressi dell'Eglise St. Mathieu, con la sua vetrata colorata cinquecentesca, lungo le banchine dell'Odet e alla halles du Chapeau-Rouge ogni giorno si tiene un pittoresco mercato.
Inoltrandosi nella penisola di Crozon, uno dei paesaggi più spettacolari e selvaggi della regione, si vedono le onde oceaniche che colpiscono con violenza le alte falesie, ma con la bassa marea la quintessenza dello spirito bretone vive ancora a Brest. Per tutto il '600 si lavorò per rendere inespugnabile il suo porto che divenne la principale base navale del regno è possibile accedere alle tante grotte scavate dalla foga del mare nelle alte pareti di scisto. Qui al silenzio delle brughiere deserte risponde il boato dei marosi sulla scogliera. Il nome della penisola è legato al borgo di Crozon, la cui chiesa custodisce una grande pala d'altare lignea del 1602. La quintessenza dello spirito bretone vive ancora a Brest, base sicura su uno sperone scoperto dai romani. Per volontà di Richelieu, Colbert e Vauban per tutto il Seicento si lavorò per rendere inespugnabile il suo porto naturale che divenne la principale base navale del regno. Nonostante gli abbondanti bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale ne abbiano distrutto il fascino, Brest mantiene un'atmosfera marittima interessante. Si vedono l'arsenale, i bacini di carenaggio, navi in cantiere, imbarcazioni in rada e, su tutto, il grido dei gabbiani.
Maree spettacolari e testi antichi
Non può esserci un viaggio in Bretagna senza una tappa a Saint Malò, recita un detto francese. Saint Malò, racconta di storie e avventure ardite di corsari e oggi è anche una destinazione branché (alla moda), come dicono i francesi. Il gioco delle maree, che qui sono tra le più violente d'Europa, rendono lo spettacolo diverso a ogni ora del giorno. Prima di lasciare la Bretagna, fermatevi nel borgo dei bibliofili: Bécherel, totalmente consacrato ai libri e alle stampe, ospita centinaia di librerie tra le quali perdersi per trovare, magari, uno scritto autentico di Max Jacob, illustre pittore, poeta e scrittore bretone.
In collaborazione con TuristiPerCaso
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