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Pertosa e le Grotte dell'Angelo

Create da Madre Natura ben 35 milioni di anni fa, le Grotte dell'Angelo registrano la costante presenza dell'uomo dall'età della pietra

Sullo sfondo della piana del Sale, nel fascino calcareo dei monti Alburni, la magia di Pertosa, paese innestatosi sull'antico insediamento di 'Consinum' e divenuto autonomo dal 1830. Tuttora evidentemente segnato dalle invasioni saracene del IX secolo - durante le quali molti fra i residenti si riversarono nella località 'Calitria' - e dalla presenza dei monaci benedettini, che impiantarono coltivazioni di ulivo tuttora esistenti, questo paesino campano ci offre la naturalità dei rinomati carciofi bianchi, la tipicità della sua pasta fatta rigorosamente in casa e una serie di oggetti d'artigianato in vimini, legno, ferro...

Ancora, Pertosa ci propone un calendario ricco di eventi - tra i quali spicca il 'Negro Festival', una caratteristica rassegna di etno-music - e paesaggi naturali rigogliosi e selvatici, particolarmente suggestivi presso la Cascata di Maremanico, le Gole di Campostrino e il Vecchio Mulino. Infine - vero asso nella manica del paese - ci attendono le Grotte dell'Angelo (o di san Michele, in omaggio al santo cui sono dedicate), diffusamente illustrate nei numerosi convegni, spettacoli e mostre ospitati nel Museo Geologico locale, che ci racconta anche il fenomeno del carsismo. Di questo fenomeno - originato da cause tettoniche - è Impossibile realizzare una mappatura relativamente all'estensione, che copre una ampia porzione dei monti Alburni.

Create da Madre Natura ben 35 milioni di anni fa, le Grotte dell'Angelo registrano la costante presenza dell'uomo dall'età della pietra: a testimoniarlo inconfutabilmente la notevole quantità di reperti recuperati durante gli scavi fine-ottocenteschi, ed attualmente esposti nel Museo Pigorini di Roma, nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli e nel Museo Provinciale di Salerno.

Precisamente nella località del Muraglione, poco distante dal Tanagro e dal paese, ecco queste grotte stupefacenti che, durante il secondo conflitto mondiale, hanno offerto riparo dai bombardamenti agli abitanti della zona. Prime per estensione in tutta la Campania, seguite da quelle di Castelcivita, queste grotte sono caratterizzate dalla presenza di stalattiti e stalagmiti interne che creano effetti assolutamente unici, e si snodano in una serie di cunicoli ed antri, per aprirsi di nuovo in numerose sale, una diversa dall'altra...

Queste antichissime meraviglie presentano una conformazione che le rende invulnerabili in caso di terremoti e di calamità naturali: non a caso, infatti, gli antichi Greci ed i Romani avevano stabilito qui i loro insediamenti - ce lo raccontano le pagine di Plinio il Vecchio - e i primi cristiani vi si radunavano per celebrare riti e preghiere.

Speleologi e ricercatori, avvalendosi di percorsi ed itinerari appositamente riservati per questo scopo, studiano costantemente queste grotte testimoni della preistoria italica e caratterizzate da un tasso di umidità tanto elevato da permettere addirittura la conservazione di numerosi resti in legno, giunti fino a noi. Visitare le Grotte di Pertosa, però, non è appannaggio esclusivo degli studiosi, ma un'esperienza aperta a tutti! Occorre semplicemente lasciarsi trasportare dalle tipiche imbarcazioni dette 'chiatte', che procedono secondo un iter stabilito lungo il fiume Negro, arrivando all'Edicola di San Michele Arcangelo, da cui si dipartono percorsi di visita differenti: il più breve, della durata di 40 minuti, procede per 1,5 chilometri e si svolge in senso circolare; c'è poi l'itinerario di un'ora, che conduce lungo il Ramo dei Pipistrelli; ancora, è allestito il percorso Extra, che prevede il passaggio attraverso la Sorgente.

Tra i punti di maggior interesse - che è assolutamente vietato perdere durante la visita - citiamo la Sala delle Meraviglie, la Sala Grande (alta 24 metri), la Sala delle Spugne, e poi la Sala della Madonna (ricchissima di stalattiti simili a candele), la Sala del Trono e, dulcis in fundo, la Sala dei Pipistrelli... Quest'ultima, cosiddetta in quanto antico rifugio dei nerissimi volatili - che ora l'hanno abbandonata - e prossima al primo tratto del fiume sommerso, si affaccia su uno scorcio incredibile - non a caso Dario Argento l'ha scelta come location per la pellicola de 'Il Fantasma dell'Opera'.

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