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Cittadini sostenibili: il profilo degli italiani

Il Rapporto ANCI Ricerche 'Cittalia 2010. Cittadini sostenibili' ci racconta, con numeri e parole, qual è stato l'impatto degli italiani sull'ambiente nel decennio 2000-2009

Delineato tenendo in considerazione elementi significativi come la gestione dei rifiuti, il consumo di carburante destinato al trasporto privato, la quantità e qualità di evoluzione dei consumi residenziali di energia elettrica, acqua e gas. Dall'analisi sono stati invece esclusi il consumo di beni deperibili e destinati alla cura personale e domestica. Quindici le città prese in esame, tra le quali Roma è risultata come la maggior produttrice di emissioni procapite: a 2.406 kg di CO2, infatti, ammontano le emissioni per ogni cittadino capitolino, contro i 2.296 kg di Firenze e i 1.842 kg di Milano. Estremamente virtuosa risulta invece Napoli, col minor tasso rilevato, pari 'soltanto' a 1.303 kg di emissione per ciascun cittadino. Se il Nord Italia inquina, globalmente, molto più del Sud Italia, è vero altresì che, analizzando gli indici di crescita, si evidenziano in maggior aumento i tassi di emissione del meridione. Un ultimo - e molto significativo - dato: il 65% dell'inquinamento complessivo è prodotto da quattro città: Roma, Milano, Torino, Genova. Oltre a costare moltissimo in termini di impatto ambientale, le emissioni di CO2 costano anche nel senso letterale del termine: il prezzo di mercato del carbonio risulta essere, infatti, elevatissimo - anche in fatto di spese carburante il primato è appannaggio della capitale, che sborsa oltre 92,6 milioni di euro. Da spezzare una lancia, comunque, in favore di Roma, che si distingue altresì per la consistenza di budget destinato ad investimenti e progetti ambientalisti.

Senza trascurare l'impatto ambientale di istituzioni, imprese e industrie consideriamo, più approfonditamente, quello dei cittadini, che risulta essere duplice: diretto, ovvero conseguenza dello stile di vita, e indiretto, consistente nel potere decisionale influente a livello macro, sulle politiche e sulle scelte aziendali. L'impatto ambientale diretto deriva, in ordine decrescente, dal gas, dal trasporto privato, dai consumi elettrici e dalla combustione dei rifiuti. Il carbon footprint individuale varia in base ad alcuni parametri, legati alle attività svolte nel quotidiano e all'accaparramento di beni necessari per la soddisfazione di bisogni e fabbisogni.

In base a quanto emerso nel Rapporto ANCI Ricerche i cittadini risultano essere maggiormente consapevoli, rispetto al passato, del proprio ruolo e 'peso' ambientale, ed esponenti di una cultura green sempre più radicata - a conferma di questo trend positivo l'aumento di scelte ecologiche fatte anche in caso di acquisto di prodotti dal pricing meno conveniente. Se non è ancora capillarmente diffuso, il green life style ha però perso la propria patina di moda per pochi eletti e si configura come una prassi concreta e riconosciuta. L'ambiente viene, dunque, percepito come valore, anche se l'effettivo stile di vita dei cittadini deve ancora migliorare: molte abitudini eco-negative, infatti, vengono perpetuate in quanto considerate scarsamente rilevanti in termini di impatto ambientale - pensiamo, ad esempio, all'ambito della mobilità, che registra un uso elevatissimo di automobili proprie e una scarsa fruizione di mezzi pubblici o di biciclette. Soltanto in maniera episodica, poi, si opta per soluzioni come il car pooling e il car sharing, non ancora realmente accolte nel costume e nella mentalità nazionali. Questo perché la maggior parte dei cittadini, infatti, stando ai dati raccolti nella ricerca '''Gli italiani, il cibo e la sostenibilita'' ambientale''', realizzata dall''Osservatorio Italiano sull''alimentazione Federalimentare-GPF, considera l'elevato tasso di CO2 una conseguenza delle sole attività industriali.

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