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Gela, tra archeologia ed arte

Tra corsi d'acqua, il fascino naturale del lago di Biviere e una fascia costiera a volte sabbiosa a volte rocciosa, ecco Gela, città siciliana sdraiata a godersi i raggi di un sole che non la abbandona praticamente mai.

Intensa e suggestiva nelle sue tradizioni folkloristiche, Gela vanta una storia antichissima, iniziata nel 3.000 a.C. con gli insediamenti di popoli mediterranei; nel V secolo, invece, si colloca la fondazione, da parte di coloni Rodii-Cretesi, di una fulgida polis chiamata Ghelas. Polo di attrazione per retori, filosofi e letterati del calibro di Pindaro ed Eschilo, ed energica avversaria di Cartagine, Gela viene considerata, in quanto snodo commerciale nevralgico, la "porta del Mediterraneo", e la sua prosperità ha calamitato da sempre numerosi popoli che si sono avvicendati nel dominarla: Romani, Arabi, Normanni, Svevi, Aragonesi... Il succedersi di queste fasi, evidente nelle variazioni di denominazione - Gela si è chiamata, infatti, anche Lindioi, Eraclea, Terranova... - ci viene raccontata dalle bellezze architettoniche della città, dalle sue chiese, dai suoi siti archeologici...

Citiamo, in primis, presso Capo Soprano, il parco archeologico delle Mura Timoleontee - sede di eventi artistici, musicali, di danza e teatro - che meritano la palma come miglior esemplare architettonico militare greco. Un ultramoderno sistema di protezione hi-tech protegge ora questo capolavoro in arenaria e mattoni d'argilla crudi, di cui possiamo ammirare i forni medievali e le terme. Queste ultime hanno un valore particolare, in quanto si tratta delle più antiche scoperte in Italia; originariamente annoveravano ben quaranta vasche ed erano dotate di un impianto di riscaldamento molto raffinato nella sua composizione e realizzazione.

Nella località Mulino a Vento, invece, ci attende, tra botteghe, mura e ruderi di abitazioni, quanto emerso della antica acropoli, che costituiva un quartiere in piena regola. Qui, nella zona sacra, si staglia, con i suoi otto metri, la colonna dorica simbolo della città, mentre, nella parte meridionale, si trovano i mattoni crudi che componevano il complesso dell'Emporio Greco Arcaico, che conteneva botteghe, officine, magazzini. Vocazione commerciale ha avuto, con ogni probabilità, anche il complesso rinvenuto nel Bosco Littorio: gli scavi effettuati negli anni Ottanta hanno infatti portato alla luce, oltre ad ambienti pavimentati, una serie di materiali eterogenei - ceramiche, contenitori, frammenti di tegole fittili...

Tra le tracce di antichità gelese più rappresentative, ancora, citiamo il "Castelluccio", che domina un paesaggio collinare con il suo candore calcareo e con la linearità del suo stile, scevro di elementi puramente decorativi. Di inestimabile valore, poi, le necropoli: di Manfria, con le sue tombe a forno risalenti all'Età del Bronzo e la torre difensiva; di Grotticelle, su un grosso massiccio roccioso; di Disueri, lungo una importante via fluviale...

Tra i moltissimi tesori archeologici che le attività di scavo hanno disvelato nel territorio della antica Ghelas citiamo, infine, la nave greca, che conteneva vasi attici a vernice nera, a figure nere o rosse, e anfore da trasporto.

Il centro della città, invece, che ci racconta di altre fasi storiche - ad esempio, il periodo federiciano, del quale sopravvivono le mura di via Matteotti, o il Duecento - è popolato da numerose chiese: quella dei Cappuccini, in stile neogotico, o quella del Carmine, che possiede un crocifisso considerato miracoloso dai gelesi. La chiesa del Rosario, ancora, è riccamente decorata in stile tardo-barocco, mentre la chiesa di san Francesco d'Assisi vanta un notevole soffitto a cassettoni lignei con decorazioni di oro zecchino.

A contraddistinguere con un tocco inconfondibile la città "porta del Mediterraneo", inoltre, la massiccia presenza di edifici in stile liberty, realizzati negli anni Sessanta, ma anche le moderne soluzioni - timpani, archetti ribassati e cornicioni, balconi con grandi mensole in pietra intagliata, portali in arenaria e portoni in ferro battuto - realizzate su chiese ed edifici nell'ambito di un progetto di restyling messo in atto tra il XVIII e il XX secolo. E voilà la grazia - tutta concentrata su via Vittorio Emanuele - di palazzo Rosso, palazzo Tedeschi, palazzo De Maria, palazzo Presti, palazzo Mattina, palazzo Maida...

Come ultima pennellata di questo affresco dedicato all'arte e archeologia gelese, la segnalazione delle sue strutture espositive: oltre al Museo della Navigazione Antica e a quello dell'arte contadina, brilla indiscutibilmente il "Museo Archeologico Regionale di Gela" - oltre quattromila reperti, dal periodo romano a quello medievale, tra i quali spicca il preziosissimo "Monetiere di Gela", il più ricco del mondo occidentale.

Per godere in tutta tranquillità del nostro soggiorno gelese, tra meraviglie del passato e pezzi di storia, ricordando di partire solo dopo aver acquistato Fly: la polizza che ci protegge in caso di infortuni in viaggio aereo!

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