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Europa ed Italia, urge pesca sostenibile

Il nuovo piano comunitario per la pesca si propone di risanare le condizioni dell'industria ittica, intervenendo in tutte le fasi del processo di approvvigionamento, produzione e commercializzazione.

Ismea Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare ha recentemente messo in luce, attraverso focus group realizzati con i responsabili degli acquisti per nucleo familiare, i comportamenti dei consumatori del mercato ittico: innanzitutto, il pesce è percepito come alimento sano, ipocalorico e digeribile, ed, in seconda battuta, la preferenza viene accordata al prodotto fresco in luogo del surgelato; massima attenzione, inoltre, viene rivolta all'etichettatura, che il consumatore auspica risulti completa - ma non sovraccarica - di tutte le informazioni necessarie (prezzo, data di pesca e di scadenza), e trasparente per assicurare una agevole comprensione. Alimento apprezzato, dunque, il pesce, ed attualmente sotto i riflettori sia per l'ipersfruttamento degli stock ittici del Mediterraneo, denunciato più volte da associazioni ed enti ambientalisti, sia per la riforma della PCP politica comunitaria della pesca, varata il 13 luglio. Tutte le attività e norme comprese nella PCP, volte a garantire una pratica di pesca rispettosa dell'ecosistema marino, a monitorare l'entità della flotta dei pescherecci europei, a supportare gli operatori del settore e a finanziare attività di ricerca scientifica e raccolta dati, sono state sottoposte a revisione, in modo da migliorarne l'efficienza, rispondere all'emergenza sostenibilità dei pescherecci e tutelare gli stock ittici, considerando la loro capacità riproduttiva. Il nuovo piano comunitario per la pesca si propone, inoltre, di risanare le condizioni dell'industria ittica, intervenendo in tutte le fasi del processo di approvvigionamento, produzione e commercializzazione, ed affrancando il comparto dallo status di dipendenza rispetto alle sovvenzioni statali. Il tutto comprendendo anche un miglioramento di gestione della esigenza occupazionale, in termini sia qualitativi che quantitativi, e contribuendo a generare nuove possibilità di crescita e sviluppo.

In considerazione dell'eccessivo attuale sfruttamento delle specie ittiche, causa di gravi danni per l'intero ecosistema marino, sono state previste misure finalizzate ad incrementare gli stock ittici del 70%, garantendo, entro il 2015, un'inversione di tendenza e il rispetto della soglia di sostenibilità: in primis, stilare macroobiettivi fondandosi sull'evidenza dei dati scientifici disponibili e fissare nuovi parametri per i contingenti di cattura. Ai pescatori viene imposto, poi, in considerazione del 23% di rigetto delle catture, di scaricare interamente il pescato, compresi i pesci sotto taglia non utilizzabili per il consumo alimentare. La riforma prevede, inoltre, azioni di supporto per la pesca artigianale, in maniera tale da favorirne un armonico sviluppo ed un adeguamento ai trend del mercato, con la destinazione dei pescherecci non occupati ad attività di pulizia delle acque. Ancora, le misure contemplano la diversificazione dei processi e delle modalità di pesca nei vari Paesi, in considerazione delle specificità territoriali di ognuno, ed anche la promozione dell'allevamento ittico, funzionale all'integrazione dell'offerta di pesce secondo la richiesta di mercato. Flessibilità per le quote di pescato, poi, e promozione di azioni informative per il consumatore, sono altri due punti chiave di questa riforma della PCP.

L'Unione stabilisce, inoltre, di destinare esclusivamente a progetti ecocompatibili i fondi del FEP Fondo Europeo per la Pesca, stanziati per sostenere, particolarmente in situazioni emergenziali, operatori della pesca e comunità costiere, in una cornice ecofriendly ed economicamente flessibile.

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