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Dagli Egizi fino a noi: la magnetoterapia

Moltissime le proprietà riconosciute alla magnetoterapia, che risulta infatti essere antidolorifica, antinfiammatoria, antispastica ed antistress

A metà strada tra la medicina ufficiale e le medicine alternative, la magnetoterapia viene menzionata per la prima volta nelle pagine dell'antichissimo 'Atharvaveda' - uno dei quattro 'veda' sanscriti, consistente in un'antologia di prassi magiche e mediche - in cui è riportato il più antico riferimento al magnete citato come mezzo terapeutico. Necessario per l'esistenza di tutte le forme di vita, sia vegetali che animali, il magnetismo origina tutte le reazioni di tipo biochimico: è per questo che la magnetoterapia, influenzando gli ioni all'interno delle cellule ed alterando, così, il loro flusso potenziale elettrico, migliora la trasformazione dell'ossigeno e, di conseguenza, ottimizza le funzioni cellulari. Con diversificati e numerosi benefici: già nel 2000 a. C., ad esempio, se ne riscontravano gli effetti terapeutici per disfunzioni legate alla fertilità e ai reumatismi, o anche la valenza antidolorifica. Addirittura, per la sua proprietà di attrarre ferro e derivati, nell'antichità il magnete era considerato magico; in tempi più recenti, invece, e particolarmente in Europa a partire dal 1600, si studiarono ed applicarono le sue proprietà: l'alchimista e medico svizzero Paracelso, ad esempio, ne ha evidenziato la valenza terapeutica per tutte le parti del corpo, come confermato anche dal padre dell'omeopatia Samuel Friedrich Hahnemann - non a caso, considerando la possibilità di sinergia con agopuntura e, per l'appunto, omeopatia.

Il procedimento di applicazione, assolutamente non invasivo e privo di effetti collaterali di qualunque tipologia, si esplica grazie all'utilizzazione dei 'solenoidi', ovvero dei diffusori che trasformano l'impulso elettrico in campo magnetico. Il trattamento, quando si avvale di magneti di grande intensità, viene detto 'in campo stabile' e risulta riequilibrante del sistema neurovegetativo e delle disfunzioni profonde e generalizzate. La magnetoterapia pulsata, invece, opera attraverso le strumentazioni della biorisonanza - sicuramente pesanti ed ingombranti, ma contemporaneamente provviste di biofeedback incorporato ed, eventualmente, di applicazioni di cromoterapia e musicoterapia - ad un campo decisamente inferiore rispetto a quello terrestre ma in equilibrio ed armonia perfetti con le cellule. Pulsando, e conseguentemente variando ciclicamente dall'alta alla bassa frequenza, questo tipo di applicazione è adatta per numerose patologie, riuscendo ad inserirsi efficacemente nei circuiti patologici.

Moltissime le proprietà riconosciute alla magnetoterapia, che risulta infatti essere antidolorifica, antinfiammatoria, antispastica ed antistress; i soggetti trattati riportano modifiche biochimiche relativamente alla velocità del sangue, con conseguente miglioramento della circolazione sia sanguigna che linfatica, e potenziamento del metabolismo cellulare e delle funzioni cerebrali. Il codice genetico, inoltre, viene stabilizzato e l'insorgenza delle patologie fortemente inibita, grazie all'attivazione del sistema immunitario; si dà un deciso impulso, inoltre, all'ossigenazione e alle performance sportive sia aerobiche che anaerobiche, con riduzione dei tempi di eliminazione dell'acido lattico.

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