Chiama gratis per info e acquisto: 800.408.804 Lun-Ven 08:30 - 19:00, Sab 08:30 - 13:00

La due ruote nell'arte e nell'iconografia

L'anno è il 1889 e il nome è 'Lilliput': parliamo della prima motocicletta che ha fatto il suo ingresso in società, dando inizio a quella che sarà una brillantissima carriera

In questo ambito la nostra nazione può vantare il primato sia dal punto di vista tecnologico-produttivo - i marchi italiani, infatti, sono stati leader sul mercato della due ruote per tutto il Ventunesimo secolo - che sportivo, avendo regalato i natali ai centauri entrati nella storia dei record e saliti sul podio nei campionati di tutto il pianeta.

Testimonianza del ruolo da protagonista che la moto assume nella società, nella quotidianità dei singoli, nell'immaginario collettivo e nei linguaggi è la sua presenza nell'universo iconico ed artistico: consideriamo, ad esempio, la produzione degli autori attivi nel movimento futurista. Profondamente e radicalmente innovante, ampio e complesso nella poetica, recettore e trasmettitore dei nuovi fermenti sociali, il Futurismo si configura come un movimento di avanguardia, e punta con decisione allo svecchiamento degli stili comportamentali e al rinnovamento artistico. Tra i suoi autori, citiamo Giacomo Balla, nativo torinese ma operativo a Roma. Nell'ambito della sua produzione, oltre a paesaggi e ritratti, anche opere che raccontano la nuova anima metropolitana delle città e i nuovi mezzi di trasporto. Questi vengono rappresentati focalizzandosi sulla modalità di resa della velocità meccanica e dei flussi energetici ed utilizzando l'accostamento di linee rette e curve come maniera futurista vuole: il risultato auspicato è quello di un'immagine frammentata. Attivo - e straordinariamente prolifico - tra i futuristi è, poi, lo scultore Mino Rosso, che nel 'Motociclista' offre la sua visione bronzea della fusione tra uomo e mezzo.

Antonio Ligabue, considerato il più brillante tra i naif italiani, invece, inserisce la motocicletta tra i soggetti delle sue creazioni in virtù della propria passione personale per la due ruote: tormentato dalla sua personalità fortemente disturbata, l'autore trovava nella moto, infatti, un mezzo di fuga e di evasione, un sollievo dai suoi picchi di sofferenza. Non a caso barattava volentieri le sue creazioni pregne di emozioni e colori, entrambi a tinte fortissime, con degli esemplari di moto Guzzi...

Balzando direttamente ai nostri giorni, invece, troviamo la motocicletta rappresentata anche nella produzione della francese Nathalie Du Pasquier, classe 1957 ed attualmente operativa a Milano. Cifra identificativa dell'autrice la creazione per assembramento: i soggetti delle sue opere straordinariamente plastiche, infatti - di uso comune, sempre prelevati da contesti quotidiani - vengono elevati in una dimensione superiore per mezzo di accostamenti significativi e di una lettura interpretativa. Gli oggetti che superano il piano della concretezza e raggiungono una dimensione simbolica sono metafora della realtà che, grazie alla elaborazione artistica, si eleva e schiude nuovi orizzonti.

› Leggi gli altri articoli
› Iscriviti alla Newsletter