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Che automobilisti siamo noi italiani?

Sempre i soliti, ma con uno spirito più green

Con un parco veicolare tra i più nutriti d'Europa l'Italia si conferma una delle nazioni col più alto rapporto tra abitanti e numero di veicoli circolanti, che non arresta il proprio incremento. Popolo a quattro ruote - e che sviluppa un rapporto affettivo con la propria auto - dunque, quello italiano: scopriamone le caratteristiche, i vizi e virtù, e le infrazioni più comuni...

Il Rapporto Aci-Censis 2010 rileva, in primis, come, nonostante la congiuntura economica fortemente critica, il desiderio di guidare degli italiani continui ad aumentare, analogamente a quanto accade per il numero degli spostamenti giornalieri (comprendente anche quelli su tratti di minima entità) e per il numero dei giorni di uso dell'auto nell'arco settimanale, vicino ai livelli del 2007. In diminuzione, invece, per ovvie ragioni economiche, gli acquisti di autovetture, con riserve persistenti nei confronti della variante elettrica - migliori, invece, i risultati registrati per le due ruote.

Tra i trend più significativi citiamo le modifiche comportamentali green oriented degli automobilisti, che in molte occasioni sostituiscono l'automobile con altri mezzi (21% dei casi), per cui il totale dei chilometri macinati a bordo dell'auto si riduce, anche se non rinunciano alla fruizione quotidiana del mezzo. Tra le modalità alternative troviamo il car sharing, che registra consensi via via maggiori sia per motivazioni economiche che ecologiche, e i mezzi pubblici, che vengono scelti da fette sempre più consistenti di popolazione maschile. Il pubblico femminile, invece, mostra attualmente una particolare predilezione per l'automobile, probabilmente in quanto simbolo di uno status faticosamente perseguito e finalmente raggiunto... Fra le differenze tra i due sessi citiamo anche le modalità di approvvigionamento carburante: le donne prediligono in maniera netta, soprattutto per motivi legati all'incolumità personale, il servito sia su strade comunali ed urbane che in autostrada, mentre gli uomini si affidano con maggior frequenza al self-service.

Per quanto concerne la questione sicurezza, invece, i dati Aci - Istat rilevano una progressiva riduzione del tasso di incidentalità in tutto il primo decennio del terzo millennio: nello specifico, gli incidenti con danni a persone sono diminuiti del 18,1%, i decessi si sono ridotti del 40,3% ed i feriti del 17,7%. Tutto questo nonostante l'aumento dei veicoli in circolazione e certamente grazie alle ultime restrizioni e modifiche apportate al Codice della Strada, soprattutto quelle in relazione alla guida in stato di ebbrezza. Percepito dagli automobilisti come una delle prime cause di incidenti, seguito dall'eccesso di velocità, l'abuso di alcolici trova d'accordo il 93% delle persone al volante rispetto ad un inasprimento delle relative sanzioni. Parallelamente e purtroppo, però, risulta in crescita il consumo di alcol e l'uso di stupefacenti tra gli automobilisti, ed in particolare il fenomeno del binge-drinking.

Tra le infrazioni più frequentemente compiute troviamo anche il mancato uso di cinture, il parcheggio in divieto di sosta e in doppia fila, o sul marciapiede, il mancato utilizzo degli indicatori direzionali e del rispetto dei limiti delle zone a traffico limitato, ed infine l'utilizzo del cellulare senza avvalersi dell'auricolare o del vivavoce - dato, quest'ultimo, non trascurabile in quanto la disattenzione al volante causa il 15% degli incidenti. Ad aggiudicarsi il primato delle scorrettezze, senza dubbio i teen al bordo delle micro-car e gli scooteristi, ma anche i patentati nel ruolo di pedoni, che ammettono di compiere infrazioni, in questa veste, nel 42% dei casi. Aureola, invece, per i ciclisti, che rispettano le regole nel 79% delle occasioni...

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