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Belgio, un viaggio per studio e un’esperienza come ragazza alla pari

Belgio, un viaggio per studio e un’esperienza come ragazza alla pari | Allianz Global Assistance

Viaggiare per studio: la storia di Nicoletta alla scoperta del Belgio e delle sue curiosità, un'esperienza unica come ragazza alla pari

Il primo viaggio da sola non si scorda mai: quel misto di eccitazione e di paura per l'ignoto che nel giro di un paio d'ore ti cambia la vita. E ovviamente siamo in ritardo. .

è tutto pronto: le valigie, il diario, carta e penna per scrivere al mio fidanzato, un'assicurazione per un viaggio in sicurezza e la certezza matematica di star comunque dimenticando qualcosa. Cavolo, il passaporto! Niente, ci tocca tornare indietro. In fondo è la prima volta che parto da sola, è normale scordarsi qualcosa di importante, no?

Ad arrivare lì quel giorno, in quell'aeroporto, mi ha aiutata una signora fino a pochi mesi prima sconosciuta, incontrata in una serata come le altre al guardaroba del teatro del paese.

"Studi francese?" mi chiede con la sua erre moscia, delicata ed elegante come il cappotto in morbido cashmere nero che mi stava porgendo.
"Si, non sono molto brava e domani abbiamo un'interrogazione"
"Io sono belga e do ripetizioni di francese. Lo faccio come volontariato. Perché non vieni a trovarmi, così vediamo cosa possiamo fare?"

Comincia così la mia passione per quella lingua ostica in tutte le sue eccezioni e declinazioni piene di accenti e di lettere che si pronunciano in modo assurdo. A pomeriggi alterni prendo l'autobus per andare a casa della signora del teatro, Kathleen, e così i mesi passano, la neve ormai inizia a sciogliersi sui prati e con la primavera anche i miei voti iniziano finalmente a fiorire.

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Cosa fa una ragazza alla pari?

"Perché non vai in Belgio, quest'estate, a fare la ragazza alla pari?
"Figuriamoci se io, ancorata alle mie belle Dolomiti, posso sapere cosa significhi fare la ragazza alla pari. Kathleen, allora, mi spiega che sarei potuta andare a vivere con una famiglia francofona per l'estate prendendomi cura dei bambini e dando una mano in casa, in cambio mi venivano offerti vitto e alloggio. In questo modo avrei allenato la lingua e fatto il mio primo passo nel mondo. Da sola.

Partire per imparare il francese

Lei mi aiuta in tutto: seleziona con cura le famiglie, mi affianca nell'acquisto online il biglietto aereo e nel giro di un paio di mesi eccomi lì con la mia grande e nuovissima valigia blu che cerco di convincere la hostess dell'aeroporto di Brescia a lasciarmi imbarcare nonostante il ritardo. Forse proprio questa fretta salva me e i miei genitori da saluti strappa lacrime e ricchi di ansia, di paura e coraggio: di andare ma anche di lasciare andare.

Nella testa tante domande e tanti dubbi: come riconoscere la mia nuova famiglia? Come presentarmi?

"Je m'appelle Nicoletta, enchantée" e con questa cantilena in testa varco la porta degli arrivi di Bruxelles e, lì ad attendermi, trovo una bellissima donna dai capelli mogano e tre piccoletti con delle bandierine italiane in mano, colorate con i pastelli e su cui è scritto il mio nome a grandi lettere.

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"Bonjour! Je m'appelle Nicoletta..." pronuncio ancora incerta, mentre il più piccolino mi si attacca alla valigia e continua a ripetermi "c'est lour...c'est lour...", mentre faccio cenno di sì con la testa ma non capisco assolutamente cosa sta cercando di dirmi. Solo una settimana più tardi, una volta allenato l'orecchio, capisco che voleva dirmi "c'este lourd!", cioè che la mia borsa era "pesante".

La vita in famiglia come ragazza alla pari

La vita nella mia nuova famiglia scorre che è una meraviglia: solo Bruno, il papà, parla italiano, ma visto che la maggior parte del tempo la passo con i piccoli non ho altra scelta che imparare a capirli e a farmi capire. Giochiamo tutto il giorno e nel giro di una settimana questo viaggio studio già sta dando i suoi frutti.

Studiare con i bambini è uno spasso ed è forse il modo migliore per un primo approccio alla lingua vista la semplicità del linguaggio, la pazienza e l'estro nell'aiutarti. Ricordo ancora i libri illustrati con i nomi delle cose scritti accanto e un giochino che elencava tutti gli animali con il rispettivo verso: è così che ho scoperto che "le canard cancane", ovvero che "l'anatra gracida".

Perché andare a studiare all'estero

La mia esperienza è stata davvero pazzesca e ancora oggi ringrazio quell'elegante signora per avermi fatto fare il primo passo nel mondo in questo modo, scoprendo e innamorandomi della bellezza degli scambi culturali.

Se hai la voglia di metterti in gioco lontano da casa e imparare una lingua nuova, ti consiglio un'esperienza come ragazza (o ragazzo) alla pari perché, al di là delle competenze linguistiche, ti trovi ad imparare i ritmi di una cultura diversa dalla nostra (che a pranzo mangia solo un panino con le salse o ha il wc in una stanza a parte, ad esempio) aprendoti alla meraviglia della diversità. Vivere un'esperienza come ragazza alla pari significa anche imparare a diventare più autonoma, indipendente e fare i conti con la gestione di una casa e di bambini. Spostarsi in un Paese straniero per imparare una lingua renderà poi anche più forti sotto tanti punti di vista, permettendo al tempo stesso di allargare gli orizzonti.

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